Pasqua 2024 in Sardegna. La Settimana Santa a Nuoro tra fede e tradizione.

Se avete intenzione di visitare la Sardegna a Pasqua 2024 non perdete l’occasione di assistere ai riti della Settimana Santa. Se poi decidete di visitare Nuoro, vi imbatterete in liturgie che fondono il sincero sentimento religioso con la più autentica tradizione.

Qui nulla è ostentato o turistico.
L’uso del sardo è spontaneo anche perchè quotidiano, gli abiti tradizionali indossati con una naturalezza “genetica”, le rappresentazioni religiose realistiche e mai forzate.

Nella Settimana Santa nuorese non troverete celebrazioni rumorose o luminarie multicolori, madonne che piangono sangue o fedeli con il cilicio.  Troverete una comunità unita, dei riti sentiti ma non urlati, una religiosità composta come i suoi abitanti.

Le celebrazioni della Settimana Santa a Nuoro sono coordinate dalla Confraternita di Santa Croce, che opera nella Parrocchia di Santa Maria della Neve.

Questo il loro programma:

Giovedì 28 marzo (Giovedì Santo) si svolge la suggestiva processione notturna detta de “Sas Chircas”. I fedeli visitano sette chiese: in ognuna di esse sarà preparato un sepolcro, mentre un coro intona in sardo i canti della Settimana Santa. Si parte dalla Chiesa della Solitudine, e vengono visitate quella del Rosario, San Salvatore, Santa Croce, la chiesa del Carmelo, Nostra Signora delle Grazie e quindi la Cattedrale.

 

Venerdì 29 è marzo (Venerdì Santo), è la giornata “de S’Iscravamentu”. In Cattedrale la Confraternita, in abito tradizionale sardo, celebra il rito della deposizione di Gesù Cristo dalla croce. Anche questa rappresentazione è integralmente in lingua sarda e si concluderà con la processione con arrivo alla chiesa di Santa Croce.

Domenica 31 marzo è Pasqua. Viene celebrato attraverso “S’Incontru”, ovvero l’incontro tra Gesù Risorto e la Madonna. Esso avviene in Piazza Crispi dove due processioni, una partita dalla chiesa di Santa Croce, l’altra dalla chiesa delle Grazie (sede dell’omonima Confraternita), si uniscono, per poi proseguire verso la Cattedrale, per la celebrazione della Messa pasquale.

Pasqua a Nuoro è una festa anche in cucina. Gli ingredienti sono semplici e del luogo, figli di un tempo in cui il “chilometro zero” era semplicemente la normalità.

 

Analogamente alla tradizione religiosa, Nuoro conserva anche in cucina le caratteristiche di una cultura senza tempo. Tutto è cucinato con grande cura, ma sempre nel rispetto della tradizione e senza lasciare spazio a inutili ostentazioni.

Si parte dal pane

Su coccoi è tipico pane pasquale. Al suo interno si trova un uovo, mentre la pasta del pane viene come cesellata a mano, assumendo forme simboliche, come delle ghirlande di colombe e fiori o simboli richiamanti la festività pasquale.

 

Il filindeu nuorese è una pasta unica nel suo genere ancor oggi tirata a mano, ed è il primo piatto tipico del capoluogo barbaricino. Bollito pochi minuti in un brodo di verdure e carne di pecora è l’espressione della maestria manuale dei pastifici nuoresi e di una tradizione che oggi sta ritrovando nuovi estimatori.

 

L’agnello arrosto cotto lentamente alla brace in un robusto spiedo che gira lentamente non è solo il classico secondo piatto. E’ la voce degli uomini che stanno intorno al fuoco mentre ne attendono la cottura (criticando il cuoco, naturalmente), il profumo caratteristico della carne e il rumore delle gocce di grasso che sfrigolano sulle braci incandescenti, il silenzio che avvolge la tavola subito dopo che ognuno ha ricevuto il suo piatto.
L’agnello in Barbagia non è iconografia fine a sé stessa. E’ l’emblema del lavoro che è stato e che sarà, un elemento di quel modo di pensare e vivere il territorio che identifica questa isola.

 

Il dolce tipico è la Casadina. Essa prende il nome dal formaggio (“casu” in sardo). Grazia Deledda ai primi del secolo scorso ne descrive anche una versione salata «schiacciate di pasta dentellate con gli orli rivoltati e contenenti del formaggio fresco impastato con sale e zafferano», e racconta l’usanza di offrirle in dono al sacerdote che passava di casa in casa per la benedizione pasquale.

 

 

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